Silent Hill: Homecoming (2008)

Silent Hill: Homecoming (2008)

Finalmente una delle serie horror più amate di sempre approda su PS3, con l' intento di migliorare una formula già da tempo perfetta. Ci sarà riuscito?

 

RITORNO ALLE ORIGINI

Risparmiamoci dettagli della trama, vi basta sapere che in questo capitolo svolgerà un ruolo un pò più marginale rispetto al passato (pur avendo momenti decisamente indimenticabili). Infatti pur essendo profonda e drammatica la storia in sè non appassiona quanto vorrebbe: vestiremo i panni di Alex, un marine in congedo che, a causa della scomparsa del fratello più piccolo, tornerà nel suo paese natale per far luce su questo fatto. Una volta tornato troverà la ridente cittadina avvolta dalla nebbia, spopolata e decadente e come se non bastasse il padre non si trova e la madre è in uno stato catatonico. Il fatto piacevole è che durante l' avventura dovremo prendere delle decisioni (in genere durante alcuni dialoghi) che influenzerà il finale, il che porta il giocatore ad immedesimarsi ulteriormente nei fatti narrati.

Quello su cui Homecoming punta tutto, comunque, è sull' atmosfera, sulla capacità di spaventare e angosciare il giocatore come non accadeva da anni. Negli ultimi tempi i giochi horror si sono spostati sul lato più "action" e spettacolare (vedi Resident Evil) che sul piano narrativo ed emozionale, ed è un piacere (oltre che onorevole, da parte degli sviluppatori) constatare come Silent Hill continui imperterrito su una strada che altri hanno deciso (purtroppo) di abbandonare da tempo.

Il risultato è un titolo horror che, paragonato all' attuale concorrenza, risulta assolutamente imperdibile e coraggioso.

Sul piano dei contenuti, comunque, le novità rispetto ai capitoli precedenti sono poche e di scarsa importanza. E' il solito, tradizionale mix di esplorazione, tensione, paura, enigmi e combattimenti (rigorosamente corpo a corpo). Le piccole novità riguardano più le inquadrature e il sistema di controllo.

La telecamera, stavolta, sarà posizionata sulle spalle del protagonista, un pò come Resident Evil 4, o Dead Space. Se, come me, anche voi leggendo questa riga siete diventati un pò scettici e sbalorditi potete stare tranquilli: al contrario delle aspettative, questo cambio di regia aumenta ulteriormente la già ottima immedesimazione e aiuta a capire meglio ciò che ci circonda (togliendo però gli angoli ciechi tipici dei capitoli precedenti). Inoltre non trasmette mai la sensazione di spettacolarità o adrenalina, obiettivo rischiosamente riuscito.

Senza spiegare troppi dettagli superflui (come il cambiamento di menù e simili), illustrerò brevemente il cambiamento avvenuto per i combattimenti: stavolta saranno meno rigidi e legnosi che in passato, pur restando difficili e impegnativi. Con il tasto L2 assumeremo la posizione di attacco: a questo punto possiamo scegliere se effettuare un attacco debole e veloce (tasto croce) o un attacco lento ma potente (tasto quadrato). Con il tasto cerchio, infine, col tempismo giusto potremo schivare alcuni attacchi nemici o, abbinandolo allo stick sinistro, effettuare una capriola evasiva. Il bello è che tutto questo, a pensarci bene, rende i combattimenti quasi strategici, dal momento che, oltre all' arma più adatta, dobbiamo anche scegliere che tipo di azioni affettuare in base al mostro che abbiamo di fronte. Inizialmente potrebbe far storcere il naso vedere tutta questa azione in un gioco lento e riflessivo come Silent Hill, ma vi assicuro che non si ha mai la sensazione di giocare a un titolo action, complici i nemici poco numerosi e la difficoltà generale di Homecoming: i combattimenti sono davvero spietati, gli avversari non avranno nessuna pietà (neanche a difficoltà Normale) e l' obbligo di combattere con armi da mischia a dieci centimetri dal mostro che avrete davanti in un corridoio stretto e claustrofobico vi regalerà momenti di pura follia. Le armi da fuoco ci sono, ma sono poche, le munizioni scarseggiano ed è buona cosa risparmiarle per i boss. Per fortuna come da tradizione sarà possibile (anzi, decisamente consigliabile), evitare i combattimenti e fuggire a gambe levate; basta spegnere la torcia e spostarsi nel buio più totale, passando lentamente vicino a mostri terribili e letali nella speranza di non urtare qualche sedia o di non avvicinarci a qualche fonte di luce. Ma non sempre funziona...

In generale, insomma, è un' ottimo survival horror... ma non pensate di paragonarlo con i migliori Silent Hill: oltre ad essere stilisticamente meno ispirato è anche tremendamente lineare e lascia davvero pochissimo spazio all' esplorazione. Un difetto grave, imperdonabile per qualsiasi fan, ma questo non gli vieta comunque di essere un horror godibilissimo e per niente banale.

 

NUOVA GENERAZIONE

Graficamente non siamo al livello delle migliori produzioni attuali: i dettagli di personaggi e ambientazioni non sono curatissimi (e questo si nota soprattutto nelle sezioni più "luminose", per esempio camminando nella città avvolti dalla nebbia), le animazioni non sono molto fluide e gli scenari risultano spogli. Dove Homecoming eccelle è nelle sezioni più cupe, quelle in cui camminiamo nel buio guidati solo dalla nostra piccola torcia e da piccoli, infimi spiragli di luce dello scenario: in questi casi si nota infatti come si sia data importanza più agli effetti visivi (come ombre e riflessi) che alla semplice texturizzazione grafica. Il che è un bene, perchè sono dettagli come questi che distinguono Silent Hill dalla concorrenza. Non che graficamente sia brutto, per carità, tutto si lascia guardare con piacere (apprezzabile, poi, vedere come gli ambienti siano meno statici e più interattivi che in passato): semplicemente non aspettatevi una grafica spaccamascella, di quelle in cui ci si ferma in giro per gli scenari ad ammirare il panorama o fissare dettagli quali poster o foglie sul pavimento.

E che dire del sonoro? Standing Ovation. Incredibile. Sicuramente il lato più curato di Homecoming. Musiche (o per meglio dire sottofondi) angoscianti e incredibili come sempre (anche se meno ispirati dei capitoli passati) ed effetti agghiaccianti e disturbati come non mai (solo il doppiaggio è un pò svogliato). Di sicuro il sonoro è il lato che influenza e sottolinea di più l' atmosfera e lo spirito tipico di Silent Hill e in questo capitolo si avvicina a vette di eccellenza (pur non superando mai gli indimenticabili motivi dei primi due episodi).

Il sistema di controllo, come accennato, è piuttosto scorbutico (rispetto ai giochi attuali) e forse è una cosa voluta: da un lato scoraggia l' affronto dei combattimenti (spingendo il giocatore ad evitarli e quindi a sentirsi ancora più minacciato e angosciato), ma dall' altro può risultare frustrante e scomodo nel momento del bisogno. Sta a voi giudicare, in ogni caso basta farci l' abitudine.

La longevità è piuttosto buona, ed è aiutata dalla possibilità di sbloccare costumi e finali diversi.

Insomma, Homecoming non è forse uno dei migliori titoli disponibili su PS3 e non è di certo il migliore Silent Hill mai apparso finora: grafica a parte, non si discosta molto dai capitoli per PS2, anzi, dal punto di vista della longevità e della linearità è stato perfino fatto un passo indietro. Possiede però diversi pregi, come un' atmosfera e una filosofia tutta sua e che non annoierà di certo gli amanti dell' horror.

Se siete fan di Silent Hill (come me) non credo vi deluderà, nonostante alcuni cambi di rotta. Se non lo siete... allora non trovo davvero motivi per sconsigliarvelo, a patto che vi piacciano i titoli lenti, riflessivi e impegnativi.

 

PREGI

atmosfera e sonoro eccellenti

divertente e impegnativo

buoni effetti di luce

diabolico e disturbato come sempre

DIFETTI

graficamente sotto agli standard

nessuna modalità extra

controlli rigidi e combattimenti un pò frustranti

poca esplorazione

a tratti troppo frustrante

 

GRAFICA...............82

SONORO...............90

GIOCABILITA.........80

LONGEVITA...........85

Divertimento*........91

GLOBALE.............84

 

A cura di: Marco Tessarolo

Cosa ne pensi?

bello

mazzadura | 28.04.2012

bello ma non perfetto, personalmente gli darei 90 ma obiettivamente il tuo voto e piu giusto